Hamburg by Marco Lupo

Hamburg by Marco Lupo

autore:Marco Lupo [Lupo, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2018-09-18T22:00:00+00:00


Hamburg, Germania, i ricostruttori, 1946

Teste rasate: doveva essere una prassi tra gli uomini che si erano arruolati nella legione dei ricostruttori; per evitare i pidocchi e la lana fine delle polveri che erano costretti a respirare. I ricostruttori venivano dai paesi confinanti, dalle terre dei paesi vinti e dalle terre dei paesi sconfitti dalla povertà. C’erano migliaia di polacchi, di irlandesi, di ungheresi, di cechi, di italiani. Marciavano in file compatte verso le rovine come un esercito di pulizie e rimozioni. Spostavano con le mani immensi tronchi di cemento appartenuti a edifici scomparsi ed eliminavano le tracce della topografia precedente scavando quartiere dopo quartiere. Dormivano in campi recintati, precedentemente occupati da altri lavoratori, da donne e da uomini spinti verso l’abisso con la parola arbeiten tatuata sulle ossa. La storia si prendeva gioco delle lacrime di quelli tra i ricostruttori che erano sopravvissuti ai campi di concentramento e che ora, pagati dalle forze internazionali di occupazione, si ritrovavano a dormire negli stessi letti a castello in cui avevano dimenticato i sogni e annullato le volontà. Sempre la storia – e mai gli uomini – giocava brutti scherzi all’immaginazione dei più giovani, ragazzi con le facce da contadini che tremavano nella desolazione del lavoro. Un lavoro sporco che andava fatto. Tra coloro che passarono mesi nella città decomposta c’erano soprattutto uomini dalle storie contorte, che mancavano da anni dalla terra paterna, animati da una nostalgia che non avrebbero placato neanche con il ritorno. Negli anni a venire, la maggior parte dei sopravvissuti decise di abbandonare le immagini del terrore in un cuscino. Si svegliavano, guardavano il cuscino, si vestivano, si lavavano in un bagno freddo, lavoravano, mangiavano, lavoravano ancora fino allo stordimento, e andavano a letto guardando il cuscino. Per anni fecero del cuscino una sorta di spugna e per anni il cuscino servì con efficacia un’intera generazione che voleva soltanto dimenticare.



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